Intervista a Anna Maria Rugarli

Intervista a Anna Maria Rugarli

ANNA-MARIA-RUGARLI INTERVISTA AD ANNA MARIA RUGARLI
Corporate Responsibility Manager at Nike EMEA

Quest’oggi parliamo di una storia interessante, quella di Anna Maria Rugarli, Italiana, mamma della piccola Sara e giovane donna che ricopre il ruolo di Senior Corporate Responsibility Manager al quartier generale della Nike per la regione EMEA.
Embè…direte voi! Si, certo ci sono tante donne con figli che cercano di mantenere la propria posizione in azienda facendo i “salti mortali” per conciliare famiglia e lavoro…! Vero, ma Anna Maria oggi vive ad Amsterdam e porta con sé una ricca esperienza, avendo scelto di fare un po’ la giramondo ed essendo stata circa 12 anni all’estero, tra Sud-Africa, Belgio e Olanda.
Il ruolo di Anna Maria in Nike è quello di sviluppare strategie e programmi in partnership con ONG per implementare le politiche di Sustainability e Corporate Responsibility nella regione Europe, Middle East & Africa. Nike investe molto per migliorare la propria supply chain, per ridurre il proprio impatto ambientale e per migliorare il futuro dei giovani che si trovano in condizioni di disagio economico e sociale attraverso l’utilizzo dello sport come fattore di aggregazione sociale.

Per questo motivo sono molto curiosa di sentire da lei cosa ha potuto constatare vivendo in paesi così diversi e lontani e soprattutto come questi paesi “trattano” le donne e le mamme, se c’è un consistente aiuto messo a disposizione delle donne che hanno figli (ma anche una professione..) dalle Istituzioni o servizi sociali e quanto questo risulta essere un plus e un vantaggio per vivere tranquillamente la propria condizione di mamma (o papà).

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M&L-Anna Maria, una giramondo che ha accumulato un sacco di esperienza malgrado la giovane età! Hai iniziato a viaggiare proprio durante gli studi universitari andando per 12 mesi a Cape Town come Ricercatrice – raccontaci qualcosa di più ?

Durante il periodo universitario volevo fare un’esperienza all’estero significativa ed avendo deciso di scrivere la tesi sulla storia del Sud-Africa, perchè non andare in loco per avviare la ricerca? In qualità di ricercatrice del Dipartimento di Storia dell’Università di Città del Capo, ho condotto sulla tematica della popolazione degli schiavi nella provincia del Capo negli anni a cavallo dell’abolizione dell’istituzione della schiavitù nell’Impero Britannico. È stata un’esperienza talmente bella che ero partita per stare via 3 mesi e sono tornata dopo un meraviglioso anno pronta per laurearmi e lanciarmi nel mondo del lavoro!

M&L-Una volta laureata hai poi cominciato il tuo percorso professionale e la prima occasione è stata con Nike a Bruxelles….

Il mio scopo era andare a lavorare a Bruxelles una volta laureata. Alla Nike sono approdata quasi per caso, tramite un passaparola. In tre settimane ho trovato lavoro e casa, era davvero destino! L’ufficio di Corporate Responsibility era appena stato aperto e mi era sembrata subito un’occasione molto interessante per occuparmi di tematiche sociali ed ambientali attraverso il lavoro, a tal punto che alla fine a Bruxelles sono rimasta sei anni. Da Bruxelles sono passata a Milano per lavorare più a contatto con gli uffici delle countries del Sud Europa/Mediterraneo per aiutarli a sviluppare i programmi di CR e Sostenibilità e dopo due anni sono approdata all’Head Quarter di Hilverusm in Olanda per lavorare su programmi e partnerships a livello regionale.

M&L-Tu hai una bimba piccola che è nata in Olanda ed è perfettamente integrata nella città in cui vivi, come hai affrontato la maternità avendo un ruolo di responsabilità, come è stata gestita questa cosa in termini di comunicazione e organizzazione tra te e l’azienda per cui lavori?

La maternità non mi ha ostacolata nello svolgimento del mio lavoro. Ho lavorato fino alla fine dell’ottavo mese senza particolari problemi o preoccupazioni. Una volta comunicata la novità, in accordo con la mia direttrice ho subito iniziato a lavorare al piano di sostituzione durante la maternità in maniera aperta e coinvolgendo gli altri membri del mio team. Ammetto che lavorando in un team di donne di cui molte madri ha creato un clima di collaborazione e comprensione circa le mie esigenze che ha reso il tutto gestibile.

M&L-L’altra grande curiosità per noi è conoscere quanto e come viene agevolato il rientro al lavoro all’estero, le strutture a supporto delle famiglie (nidi, asili ecc.) …

In base alla mia esperienza ci sono due grandi differenze tra Italia ed Olanda per quanto riguarda il reintegro delle mamme lavoratrici. La prima è la maternità più breve (16 settimane pagate al 100% e la possibilità di prendere parental leave ovvero un congedo parentale sia per il papà che per la mamma) che per quanto paradossale possa sembrare, secondo me facilita il reintegro lavorativo. La seconda è che c’è una maggiore flessibilità sia per quanto riguarda gli orari che per quanto riguarda la possibilità di lavorare da casa, due condizioni che facilitano notevolmente la vita della mamme lavoratrici. La situazione degli asili è abbastanza complessa poichè ce ne sono pochi e costano moltissimo con liste di attesa di anche 18 mesi. L’unico vantaggio dal punto di vista economico è la possibilità di scaricare un piccola parte di queste spese a livello fiscale e di ricevere dallo stato olandese circa EUR 800 di contributi all’anno per figlio.

M&L-E il tuo rientro dalla maternità? Penalizzata in qualche modo?

Il rientro dalla maternità è stato un periodo molto particolare e delicato, come penso per molte neo mamme alla prima esperienza. Nonostante ciò non mi sono sentita penalizzata ma aiutata a reinserirmi grazie a flessibilità, comprensione e fiducia reciproca.

M&L-Felice di vivere all’estero oppure un po’ di nostalgia della nostra scricchiolante Italia?

Sempre stata molto felice di vivere in paesi diversi affascinata dalla diversità delle culture ed abitudini, ma ammetto che mi mancano il calore della mia famiglia e degli amici più vicini da quando ho Sara. Per quanto riguarda il lavoro apprezzo molto l’ambiente internazionale ed il potermi confrontare con persone dal background professionale e personale più disparato.

M&L-Anna Maria, un tuo consiglio di mamma globetrotter alle donne che leggeranno la tua storia…

Penso che sia importante condividere le proprie esperienze con altre donne per non sentirsi isolate o sole, dunque l’unico consiglio che mi sento di dare è quello di parlare con altre mamme lavoratrici che affrontano le stesse problematiche per confrontarsi e condividere. Questo, a mio parere, aiuta molto.

M&L-Complimenti Anna Maria! Una storia ricca di esperienze diverse lontano da “casa”, la voglia di non voler rinunciare alla maternità e alla crescita professionale e un forte spirito di adattamento a stili di vita e culture diverse… E grazie per averci raccontato come altrove le aziende reagiscono pianificando e organizzando davanti all’assenza per maternità, piuttosto che penalizzando e demansionando. In bocca al lupo!

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