La Pedagogista risponde

La Pedagogista risponde

pedagogista-crescere-bambini di Cinzia D'Alessandro

Da Pedagogista mi piace molto utilizzare una metafora per introdurre il tema dell'importanza dei limiti e delle regole quali strumenti per la libertà del bambino: il fiume con i suoi argini, nella lungo percorso che lo porterà a sfociare nel mare aperto.
Il fiume ha bisogno degli argini per fare il suo corso, dentro gli argini può fare salti, rotolare da cascate, scorrere lentamente o in modo impetuoso; se gli argini "non tengono" il fiume straripa, disperdendo le sue acque e provocando disastri.
In questa simbologia il bambino è come il fiume, ha bisogno di crescere in una discontinuità evolutiva fatta di progressi e pause, di impennate e arresti, ma deve essere tutelato e deve essere garantito che il percorso sia protetto, che ci siano dei genitori / argini che gli evitino con delle regole , di varcare confini per i quali non è ancora pronto. Contenuto con dolce fermezza dai genitori anche il bambino ha la possibilità di esercitare la massima autonomia e libertà all'interno di quei confini che vengono tracciati e dopo molti anni e molte conquiste e tuffarsi in piena sicurezza nel mare aperto che sarà la sua vita adulta. La Pedagogista familiare svolge in tal senso un ruolo ben preciso.

bambina-pedagogista La prima delle regole per bambini che insegna la pedagogista è che I limiti sono proprio la prima forma di garanzia della loro libertà, poichè laddove i bambini sono rassicurati dai confini (cioè le regole e i limiti certi) possono serenamente dedicarsi a ciò che riesce loro meglio, il gioco per crescere , e attraverso di esso la scoperta e l'apprendimento, la conquista di nuove competenze.
Da pedagogista ritengo che le regole e i confini andranno allargati con il passare del tempo, come se le vostre braccia che tengono stretto il neonato piano piano si allargassero per consentire maggiore movimento. I limiti e le regole per i bambini evolvono parimenti alle loro competenze , anche se bisogna avere presente che i bambini , almeno fino al ciclo delle elementari, non hanno la capacità di autoregolarsi, dunque " stanno alle regole " per amore degli adulti, cioè perchè un padre ed una madre gli dicono cosa è bene e cosa è male, cosa si può e cosa non si può fare per crescere .
Per crescere , dalla fine del ciclo elementare in poi, il bambino inizia ad elaborare un proprio sistema valorariale che potrà scontrarsi in adolescenza con quello dei genitori , ma c'è tempo per parlare di questo. Tornando alle regole per i bambini piccoli , la difficoltà per i genitori che lo vedono crescere sta nel farle rispettare , nel far sì che il proprio bambino/a accetti che gli vengono dati regole e limiti, detti dei no, messi degli stop. Spesso come pedagogista mi accorgo che i genitori lamentano difficoltà in questo perchè i bambini risultano essere ingestibili, spesso tiranni di genitori terrorizzati dalla reazione ad un no.

Perchè succede? Eppure i bambini piccoli per crescere si nutrono della vita psichica degli adulti, adorano compiacere i genitori, cercano il loro sguardo d'amore e se ne sfamano, non possono farne a meno, al punto che i bambini privati di esso riportano danni psichici.
La difficoltà dei genitori di oggi , spesso motivo principale per cui si rivolgono ad un pedagogista, risiede nel fatto che c'è un grosso investimento affettivo sulla famiglia e il bambino, cioè entrambi i genitori si preoccupano di curare gli aspetti emozionali e affettivi della relazione con i figli : sia mamma che papà si prendono cura dei bambini nei loro bisogni primari, entrambi si preoccupano di leggere fiabe e di giocare con i figli, di usare anche un linguaggio degli affetti che li faccia sentire amati, ma entrambi fanno fatica a utilizzare un codice educativo: come se la parte del "cattivo" che nella famiglia borghese spettava al papà, non volesse farla nessuno.
In realtà i bambini per crescere sani hanno bisogno di amore ma anche di educazione, non si è genitori se non si educa, e non è un compito delegabile per intero a terzi, nemmeno ad un pedagogista , pena la rinuncia ad una completezza di relazione con i figli.
I bambini/e chiedono con fermezza ai propri e genitori di esserci anche come educatori , quando questo non avviene diventano molto oppositivi, ridono dei pochi no che gli vengono dati, arrivano persino a farsi del male per segnalare che chiedono di essere contenuti.
Educare e amare sono quasi sinonimi nel crescere di un figlio, soprattutto educare è sinonimo di condurre ad essere... autonomi, a poter correre in libertà nelle strade tortuose della vita dotati di solide gambe a sorreggere.
Dunque non è importante se sia il padre o la madre a proporre al bambino un codice educativo con regole e limiti , l'importante è che entrambi lo condividano e si mostrino solidali di fronte al bambino/a. Da pedagogista , ritengo che 'Ammicare al proprio bambino durante un rimprovero dell'altro genitore potrà garantirvi un momentaneo vantaggio nella relazione ma in realtà creerà un danno al bambino che ne trarrà confusione e sfiducia in chi dovrebbe essere un modello di riferimento.
Sì perché anche questo si aspettano i bambini dai genitori, modelli di riferimento, valori trasmessi attraverso azioni e comportamenti, più che parole coniate solo per i bambini .
Non esistono poi ricette da buona pedagogista per dare le regole per i bambini, nè esistono regole uguali per tutti, esistono regole della vostra storia con i vostri figli.

Nè si può prescindere, laddove ci si accorge di difficoltà in questi aspetti della crescita, dal considerare come si è vissuto il proprio rapporto con l'autorità dei genitori, con i le regole e limiti e le eventuali imposizioni.
E' bene riflettere sul fatto che se si è vissuto male qualcosa si tende a preservare i propri figli dalla brutta esperienza, ma si rischia così di trasferire i propri vissuti sui bambini che potrebbero invece avere bisogni diversi.
Inoltre regole e imposizioni sono parole in conflitto poichè, perchè le regole siano efficaci vanno prima condivise, cioè nel caso dei bambini piccoli enunciate. Sapere che esiste una regola chiara e comprensibile, una regola che un bambino di 2, 3 anni è in grado di comprendere e di ricordare, consente anche di applicare delle sanzioni nel caso in cui il bambino decida di trasgredire la regola

pedagogista -e-regole-bambini Le regole per i bambini che più facilmente sono sostenibili anche per i genitori sono quelle create proprio per aiutarli a crescere, partendo dall'ascolto del bambino e capendo che ha bisogno di quel confine per muoversi meglio, oppure di quel "muro" genitoriale che gli faccia capire che se pur stia crescendo può stare tranquillo perchè per saltare oltre ci manca parecchio.
Spesso i genitori dei bambini più piccoli chiedono al pedagogista come fare con i No che i bambini sembrano non voler capire, per esempio “non tirare fuori le pentole dai cassetti”, relativo ai bambini di poco più di 1 anno. In questi casi il No risponde a un bisogno dell'adulto e non del bambino, il quale fa giustamente il suo lavoro, quello di esplorare e conoscere. Da pedagogista penso che si può solo portare pazienza sapendo che quel no andrà ripetuto centinaia di volte finchè il bambino possa farsene una ragione, certamente la cosa migliore è offrire un'alternativa ludica parimenti interessante.
Insomma non esistono regole per bambini uguali per tutti nè ricette che aiutino in questo i genitori, esiste però per tutti i bambini un diritto all'ascolto dei propri bisogni e risposte personalizzate alla propria relazione familiare; esiste per tutti i bambini il diritto a sentire che dei genitori responsabili sanno dire di No per proteggerlo e aiutarlo a strutturare una psiche sana a forte di fronte alle frustrazione della vita.
Insieme ai diritti dei bambini esistono quelli dei genitori a cercare supporto e confronto per riappropriarsi del dovere primario di essere i principali attori nella crescita educativa ed affettiva dei figli.
Di seguito qualche consiglio su testi da pedagogista interessanti che trattano il tema qui affrontato dando importanza alla relazione genitori-figli e offrendo riflessioni e strumenti per affrontare bene il proprio ruolo educativo.

Grazia Honegger Fresco, Essere genitori, edizioni Red
Daniele Novara, Dalla parte dei genitori, Franco Angeli
Brazelton, Greenspan "I bisogni irrinunciabili dei bambini", Cortina Raffaello
Vegetti Finzi Silvia, "A piccoli passi." , Mondadori
Marcoli Alba " Il bambino arrabbiato", Mondadori

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