Mamma & Lavoro

Essere mamme lavoratrici a Parigi: l’esperienza di Camille.  

mamme lavoratrici a Parigi

Inizialmente era un mistero: come fanno queste mamme lavoratrici a Parigi a sfornare un figlio dopo l’altro ed essere ancora magre, piacenti e soprattutto… in carriera?

Sul magre e piacenti apriremo un capitolo un’altra volta!

Quanto alla carriera di queste mamme la risposta é semplice: no, non hanno i superpoteri di Mary Poppins bensi’ uno Stato che le aiuta.

Tra le mamme lavoratrici a Parigi vi racconto di Camille, trent'anni, parigina doc, é mamma di due bimbi piccoli e imprenditrice.

Poco più di un anno fa, insieme ad un’amica, ha creato Little Cabari (www.littlecabari.com), marchio che produce tessuti, tappeti, carta da parati e alcuni oggetti di arredamento interamente dedicato all’universo dell’infanzia.

Uno stile nuovo e originale, trasversale a tutte le età e ai sessi, capace di emozionare per la delicatezza dei suoi motivi e stupire per la brillantezza dei suoi colori. Un marchio in controtendenza che punta, grazie alla qualità delle materie prime utilizzate, a rendere l’articolo durevole e intemporale.

Buttate un occhio al sito, è scritto anche in italiano: ne vale davvero la pena e tutto è facilmente acquistabile on line!!!

Per potersi cimentare in questa avventura Camille ha potuto contare sulle facilitazioni economiche messe a disposizione di tutte le mamme lavoratrici a Parigi e alle loro famiglie, potendo, cosi', avvalersi dell’aiuto di una tata per i suoi figli senza esborsi esorbitanti.

Anzitutto è la CAF (Casse des Allocations Familiales) a restituire, dopo appena 8/10 giorni, la metà del salario pagato alla “nounou”; quanto alla residua parte, essa sarà deducibile dalle imposte al 50%.

Questo vuol dire, a conti fatti, che Camille puo’ permettersi una babysitter in regola al costo di circa 5 euro all’ora.

In più, per non avere brutte sorprese ed essere certa di scegliere per i propri figli una persona professionale ed affidabile, Camille ha affidato la ricerca ad una delle tante agenzie di “tate” della città, che si è occupata, oltre che del reclutamento, anche della stesura del contratto e della gestione dei rapporti economici, provvedendo al pagamento diretto della babysitter.

E se Camille non avesse voluto pagare una babysitter avrebbe dovuto rinunciare ai suoi ambiziosi progetti lavorativi?

Certo che no!

Avrebbe potuto scegliere una fra le tante haltes garderies o crèches pubbliche: le prime accolgono bambini da 0 a 3 anni per un tempo parziale (massimo cinque mezze giornate alla settimana), le seconde equivalgono ai nostri nidi.

Non illudiamoci pero’: anche qui i posti disponibili non sempre soddisfano tutte le richieste e le liste d’attesa possono scoraggiare.

Ma c’è di più.

La CAF eroga diversi aiuti alle famiglie, in vari ambiti (dall’affitto o l’acquisto della casa alle situazioni difficili di vario genere) e in base alle fasce di reddito.

Per quanto riguarda la Petite Enfance, gli aiuti consistono in:

………

E poi ci domandiamo ancora perché le mamme lavoratrici a Parigi escono al mattino, neanche troppo trafelate, strette nei loro tailleurs, ad accompagnare la ciurma di figli a scuola prima di andare in ufficio???

In bocca al lupo a Camille e a tutte le mamme lavoratrici italiane e non!

Alessandra Ferrario (Mamma a Parigi)

 

 

 

 

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