Psicoterapeuta counselor

Psicoterapeuta counselor

madre-matrigna-figliastri di Carla Panetta

Eccomi di nuovo a scrivere sul sito di Mamma & Lavoro dopo un bel po’ di tempo.. diciamo che ho avuto un po’ di cosette da sistemare!
Una fra tutte, ma sicuramente la più importante, è legata al mio nuovo ruolo di matrigna : il mio compagno ha una figlia di 19 anni.
E come sempre, per parlare di adolescenza e riflettere insieme su quali possono essere le chiavi di lettura dei loro comportamenti e dei nostri, prendo spunto dalla mia vita e dalla mia esperienza.
Quando ho iniziato a capire che la faccenda si faceva impegnativa, (già il nomignolo di “ matrigna ” non ha proprio un’accezione positiva !) come è mia consuetudine ho iniziato a riflettere sul significato della mia nuova condizione e a pensare al mio nuovo stato di vita, a quello che poteva accadere, alle azioni che potevo mettere in atto, volontarie e non, a come mi sentivo e avrei potuto sentirmi, alle emozioni che provavo e che avrei potuto vivere.

figliasti-matrigna Nel corso di questa mia ricerca, bibliografica e “ umana ”, mi sono imbattuta in un gruppo di donne che in quanto matrigne avevano fondato un club finalizzato alla condivisione delle emozioni e allo scambio di pensieri e considerazioni relative al proprio stato di matrigna: Il club delle Matrigne .
Ho iniziato a prendere parte alle riunioni e agli incontri e piano piano ho appreso che molte di loro affrontavano problemi pratici e organizzativi e al tempo stesso vivevano difficoltà emotive e sensazioni negative legate all’atteggiamento ostile da parte dei ragazzi e delle loro madri .
Quali comportamenti possono mettere in atto i figli e quali azioni e reazioni generano in noi ( madre, padre e matrigna )? Quale può essere il ruolo della matrigna nei confronti dei figli ?

Soffermiamoci sul ruolo della matrigna : il matrignato rappresenta uno stato complicato perché costringe a gestire le emozioni personali , quelle dei genitori naturali e quelle dei figli . La gelosia delle mamme , la diffidenza dei figli e la “voglia di scappare” dei papà . Non è un caso che Rossella Calabrò, la blogger fondatrice del Club, parla in modo ironico degli uomini come discendenti dagli Opossum, l’animaletto “paraculide” peloso apparso sulla terra milioni di anni fa. Paraculide perché in caso di minaccia o situazione difficile da gestire, si finge morto stecchito!
L’elemento più importante e allo stesso tempo maggiormente complicato del rapporto tra matrigna e figliastri è sicuramente il non-ruolo sociale della matrigna : a detta di molti “non è nessuno” per i figli del suo compagno . Questo non è assolutamente vero, perché la nuova compagna del padre può davvero rappresentare una figura di riferimento affettivo ed educativo, molto importante, può essere vissuta come una sorta di grande amica con cui confidarsi.
Le donne che hanno a che fare con i figli del proprio compagno provano diverse sfumature di emozioni, diverse tipologie di aspirazioni: da un lato il desiderio di piacere ai figli dei propri uomini e dall’altra il senso di colpa e la paura di non essere all’altezza. La voglia di essere madri (soprattutto per quelle matrigne che non hanno figli propri) può indurre le matrigne a commettere l’errore di volersi sostituire alla madre naturale e questo non solo non è funzionale ma tanto meno sano.
Non è obbligatorio amare e farsi amare dai figli del proprio compagno , l’alchimia o c’è o non c’è, come per tutti i rapporti. Quello che è importante è il rispetto reciproco: la generosità, la pazienza, la sensibilità aiutano moltissimo ad avere relazioni positive e aperte. Inoltre il senso dell’umorismo, dirsi le cose, anche le più difficili e dolorose, con un sorriso aiuta sempre.
La mia è stata un’alchimia: appena ho incontrato la mia figliastra ho capito che mi piaceva e che a lei ero piaciuta io. Anche se so che è un percorso difficile e rischioso e che le relazioni affettive, soprattutto questa, sono complicate per ora mi godo questo momento di serenità !

matrignia-figli E come sempre vi lascio con qualche riflessione da fare: come vivete il vostro stato di matrigne ? Avete stabilito un dialogo aperto con i figli dei vostri compagni ? Le vostre condotte sono funzionali a costruire un rapporto affettivo funzionale ed equilibrato?
Vi lascio quindi a pensare e aspetto le vostre considerazioni sul tema, per scambiarsi ancora informazioni e idee circa gli stati d’animo degli adulti e dei ragazzi e su come queste due generazioni sono continuamente costrette a trovarsi!

 

 

CARLA PANETTA

carla-panetta-foto ono una psicoterapeuta specializzata nel trattamento dei disturbi di ansia e di depressione nei ragazzi e negli adulti, e, come quasi sempre accade nella vita, per caso negli anni mi sono avvicinata al mondo dell’adolescenza ed ai suoi problemi, mettendomi sia dalla parte dei ragazzi che da quella della loro famiglia.
Ascoltando i racconti e le considerazioni dei miei amici e dei loro figli, mi sono accorta che molto spesso gli adulti non hanno punti di riferimento ed interlocutori “fidati” con cui confrontarsi e, al pari, i loro ragazzi non riescono a comunicare con loro in modo efficace e “sano”.
Ho iniziato così a realizzare interventi e progetti di psico-educazione rivolti ai genitori e contemporaneamente a cercare di capire le difficoltà di vita dei ragazzi e delle loro peculiari e spesso criptiche modalità di comunicarle.
Come psicoterapeuta professionista in ambito privato e in collaborazione con l’equipe di medici e psicologi dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli di Roma, cerco di comprendere meglio dinamiche, bisogni ed aspettative dei ragazzi e delle loro famiglie e ad aiutarli ad esprimerli ed a condividerli.
Inoltre svolgo da anni il ruolo di counselor e psicologo del lavoro finalizzando la mia attività principalmente all’orientamento professionale e ad aiutare le persone a conoscere e a sviluppare le proprie aree di miglioramento per costruire un progetto di vita professionale gratificante e di successo.
Sono molto contenta di entrare a far parte di questo gruppo di lavoro “virtuale” e mi piace pensare di poter contribuire alla crescita di una generazione di adulti più felice e serena!;-)

Facebooktwitterlinkedininstagramflickrfoursquaremail

1 Risposta

  1. Salve. Da due anni e mezzo sono con un uomo divorziato gia`da 10 anni, con due figlie di 15 e 19 anni, che vivono in un paese diverso dal nostro (ma comunque raggiungibili in 2 ore di macchina). Premetto che anch`io ho avuto 1 alchimia con le 2 ragazze e che mi è sembrata corrisposta. Il problema è che non le vedo quasi mai e ogni volta che le invito a venirci a trovare (me e il papa`) non lo fanno mai (non sono mai venute)! Rispondono in modo molto elusivo e cordiale, dicendo che sono troppo ” impegnate˜ ma che sarebbero felici di venire!! Ben prima che io entrassi nella loro vita, le ragazze e il papa`si vedevano in modo sporadico per andare a cena fuori o per andare a fare una passeggiata, ma non hanno mai vissuto con il padre. Premetto che la prima già vive da sola e frequenta l`universita` e che sono due ragazze particolarmente mature ed autonome. Io vorrei stabilire un rapporto con loro e passare del tempo insieme a loro e il papa`, penso sia importante per tutti! Non so se il loro rifiuto derivi da loro o dalla madre. Come faccio ad avvicinarmi a loro e instaurare un rapporto più intimo? Grazie!

Lascia un commento