Mamma freelance

Mamma freelance

francesca-ame-freelance di Francesca Amè

Due piccole linee verticali. Nette, decise. Queste due linee ti stanno dicendo che da adesso in avanti nulla sarà come prima. Per nove mesi non parlerai più alla prima persona singolare, ma con uno stralunato “noi”, ché da adesso in avanti ci sarete tu e la tua pancia.

Scelta meditata? Casualità? Sogno che si realizza dopo tanti tentativi?
Non è importante: quelle due linette rendono uguali tutte le mamme, anzi le gravide. La maternità non sarà invece per tutte la stessa cosa. Se stai leggendo questa rubrica c’è un motivo: sei una libera professionista a partita iva? Sei avvocato, psicologo, medico, docente, giornalista, artista? Insomma sei freelance (leggi: con tutti i doveri del dipendente e qualche diritto in meno)?

Bene, siamo qui per capire come diventare una mamma freelance (felice) anche senza il congedo maternità, e come sopravvivere al primo anno di vita della nostra creatura conservando sanità mentale e fisica (tua e delle “due linette”) e anche il lavoro.

Impossibile? No. Difficile? Sì, ma ne vale la pena.
Siccome siamo freelance e abbiamo il multitasking nel dna, sappiamo bene che la prima regola per affrontare qualsiasi cosa (un lavoro che doveva essere pronto per …ieri, una trasferta improvvisa, il black out del pc) è: organizzarsi e prevedere.
Figurarsi se non possiamo applicare queste paroline magiche alla nostra maternità (se non altro abbiamo nove mesi di tempo per riflettere, non pochi secondi come pretendono certi clienti avanzando le loro sconcertanti richieste dell’ultimo minuto).

Bisogna sfruttare al massimo il cosiddetto “periodo di grazia”: vale a dire il mitico secondo trimestre (terzo-sesto) mese.

Gli ormoni della gravidanza ormai sono in circolo, vi sentite serene e pacificate col mondo, se vi siete controllate con le abbuffate (fatelo: dell’aspetto fisico parleremo ancora) godrete anche di una certa luminosità (capelli e unghie resistenti, colorito luminoso e pelle distesa). È il periodo migliore: la pancia si vede (qualcuno comincerà a guardarvi con dolcezza, qualcuno farà finta di non vedervi per non cedervi il posto sul tram) ma non è troppo pesate e riuscite ancora a indossare pantaloni (premaman) con qualche bella giacca e scarpe chiuse (provateci l’ultimo mese, se avete coraggio!).
Questi tre mesi devono “rendere” molto: siglate accordi impegnativi perché vi assicuro avrete le energie necessarie per portarli a termine e, soprattutto, mettete da parte parecchi “bonus lavorativi” (ore lavorate in più, risultati aggiunti, complimenti da clienti e/o referenti) da giocarvi in seguito, nei primi mesi della maternità.

Organizzarsi e prevedere, ricordate.
Da vera mamma freelance , agenda alla mano, pianificate di poter lavorare bene (leggi: full time) fino al settimo-ottavo mese (ovviamente se la salute lo concede e se il vostro ginecologo è d’accordo). Fidatevi: una gravida freelance può spostare le montagne (perché sa che cosa l’attende in seguito..).
Prevedere è altrettanto importante: siccome le nostre creature (per fortuna) non sono robottini, non è detto che nascano nel giorno magicamente evocato nella prima ecografia. Dunque, se avete scadenze/appuntamenti importanti, evitate di fissarli a ridosso della data presunta del parto e anche nei quindici-venti giorni prima. Sfruttate piuttosto quel periodo cuscinetto per riposarvi e prepararvi al parto.

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