Mamme freelance: il periodo di grazia e l’outing

Mamme freelance: il periodo di grazia e l’outing

freelance-grazia-outing di Francesca Amè

Secondo trimestre, quello che abbiamo battezzato il “periodo di grazia”.
Piccolo, medio o grande che sia il vostro rigonfiamento dell’ombelico è il momento di uscire allo scoperto, con furbizia.
Non consiglio alle libere professioniste freelance che abbiano clienti/contratti/consulenze che desiderano mantenere anche dopo la gravidanza di aspettare l’ultimo momento per avviare i vostri collaboratori/partner/clienti che state per entrare nel club delle mamme.
Per intendersi, un sms inviato dalla sala travaglio con un vago riferimento all’imminente nascita di un erede non sarà letto con piacere: ricordate che tutti amano sentirsi al centro dei vostri pensieri (i vostri clienti/partner/collaboratori/capi ancora di più!) e non apprezzeranno essere stati avvisati all’ultimo di un evento così importante per la vostra vita.
Anche qui vale la regola aurea per ogni mamma freelance : organizzarsi e prevedere.
Intorno al quinto/sesto mese (ma se avete una pancia evidente dal terzo fatelo prima, ed evitate di parlare di “sforamento” della dieta: sarete ridicole e se i vostri clienti/partner/colleghi sono donne sarà un volteggio di inutili pettegolezzi) fate outing.

Come? Con leggerezza, ma rassicuranti.
Vietato raccontare troppi fatti personali (tipo: sono alla trecentesima stimolazione ovarica, ho l’utero retroverso, sono in ansia per la nuova eco…) se i vostri referenti sono maschi: penseranno che avete già gli ormoni in subbuglio e il cervello in pappa (invece voi siete più in forma che mai, vero?).
Vi confrontate con una donna più o meno felicemente child-free? Bene: poche parole d’annuncio (“Sai, sono incinta. La data presunta è tra quattro mesi. Sto bene e siamo felici”) un bel sorriso (vietato farsi venire i lucciconi agli occhi) e risposte pronte alla raffica di domande sulla logistica (saranno più che altro le donne a farvele). “Come mi organizzerò per i primi mesi? Ho già contattato una tata/ho l’aiuto dei miei/mio marito fa il mammo/ho un nido sotto casa/ la tagesmutter” sono ipotesi: illudete pure la vostra interlocutrice sulle infinite possibilità dei servizi offerti alla madre lavoratrice di oggi, va bene tutto tranne il mutismo. Dovete dare l’idea di avere il futuro sotto controllo (spiegheremo poi come ovviare al fatto che i bebè sono in grado di ribaltare ogni previsione).
Quando?
D’accordo la tempistica del “periodo di grazia”, ma giocate d’astuzia e annunciate la gravidanza in un momento professionalmente favorevole, o almeno non particolarmente critico. Evitate di farlo prima che vi debbano confermare per un progetto/ruolo/cliente nuovo (meglio essere oneste e non subire recriminazioni in seguito) e fate outing un momento in cui i frutti del vostro lavoro sono sotto gli occhi di tutti. Giocherete sul fattore sorpresa: lasciate che i vostri clienti/capi/partner scoprano che mentre eravate già incinta non vi eravate lobotomizzate i neuroni, ma avete conseguito buoni risultati (meglio se da loro lodati poco prima del vostro outing…).

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