Intervista a Stefania Boleso

Intervista a Stefania Boleso

stefania-boleso Un paio di settimane fa ho avuto il piacere di incontrare Stefania Boleso. Chi di voi la ricorda?
Stefania Boleso mi aveva molto colpito per l’articolo apparso qualche mese fa sul Corriere della Sera , dove raccontava la sua esperienza di donna e mamma al rientro dalla maternità. Con coraggio aveva chiaramente parlato del suo rientro in azienda (dove ricopriva il ruolo di Marketing Manager da oltre 10 anni) e di come l’azienda l’aveva messa letteralmente “fuori gioco”!
Mi ha colpito altrettanto piacevolmente fare 2 chiacchiere con lei davanti a un aperitivo qualche giorno fa perchè è una donna brillante e serena, che ha “rivisto” il suo modo di continuare a lavorare (persino in maniera più gradevole) trovando una dimensione molto più adatta ai suoi ritmi e tempi, dandole anche il piacere di scoprire che c’è un popolo di mamme molto attive e motivate “sul campo” che desiderano fortemente fare in modo che le cose cambino, che le aziende possano davvero iniziare a parlare e fare qualcosa per gestire “diversity & inclusion” anche nei fatti.

M&L- Stefania, sono passati circa 4 mesi da quell’articolo e circa 6 da quando hai lasciato l’azienda per cui lavoravi. Cosa è successo in questo periodo ?

Beh, diciamo che ho girato pagina e ho deciso di andare avanti con la mia vita.
Dal punto di vista lavorativo ho sviluppato una serie di nuovi contatti e conoscenze che mi hanno convinto a provare la strada della consulenza.
Per quanto riguarda invece il cosiddetto “impegno civile”, la questione donne e madri lavoratrici continua ad interessarmi e coinvolgermi. In questi mesi ho conosciuto una folta schiera di donne attive sul campo con le quali facciamo rete, discutiamo di progetti ed iniziative, tutti volti a cercare di cambiare il sistema-Italia, partendo dal basso.

M&L- Tu eri la classica Donna Manager… Orientata alla performance, al multi-tasking ecc. ecc. Tutte situazioni che portano a mettere la risorsa un pò in centrifuga, sempre focalizzata al risultato. Quali sono le tue sensazioni oggi quando guardi “indietro” ?

Che ero davvero nella centrifuga!!
E che il sistema centrifuga funziona, soprattutto per le aziende, poiche’ si creano spesso schiere di work-aholic...(maniaci del lavoro)

M&L- Oggi, fai consulenza sempre nell’ambito di marketing e comunicazione….cosa ci racconti di questa nuova dimensione?

Il mio mestiere non e’ cambiato: fortunatamente continuo a fare quello che mi piace tanto e che credo di saper fare. La grande novita’ e’ che mi interfaccio con mercati diversi, prodotti diversi, modi di pensare differenti. Ad ogni cliente metto a disposizione il mio know how e le mie competenze, maturate in anni di esperienza in azienda, cercando di portare valore aggiunto.
Questa mia nuova dimensione lavorativa e’ un arricchimento anche per la sottoscritta, perche’ ogni volta imparo qualcosa di nuovo.
E’ sicuramente una grande sfida, e solo il tempo mi dira’ se il progetto e’ economicamente sostenibile. Pero’ sono molto serena e felice di cio’ che sto facendo: non ho la certezza dello stipendio a fine mese, ma ne ho guadagnato in termini di flessibilita’ e di cosiddetto work-life balance.
Tema di cui si discute molto, ma per il quale si fa ancora poco, soprattutto in Italia.

M&L- Qualcosa di divertente che ti è capitato in questi mesi, dove come tu stessa mi accennavi, ti sei ritrovata un pò nell’occhio del ciclone ?

Per un breve periodo mio malgrado sono diventata un personaggio.
Mi hanno contattata vari programmi televisivi, per avermi ospite in trasmissione, ma visto il motivo della mia notorieta’, ho gentilmente declinato gli inviti.
La proposta piu’ curiosa e’ arrivata da un’agenzia fotografica, che voleva realizzare un servizio a me ed Aleksandra (la mia piccola) da proporre a varie riviste patinate.
Francamente mi sembrava un po’ troppo...

M&L-  Stefania, un consiglio, una riflessione che vuoi condividere con le donne, con le mamme e con chi leggerà questa testimonianza…

Alle donne che stanno vivendo una situazione simile a quella che ho vissuto io suggerisco sempre di parlarne, di non aver paura di condividere e poi denunciare alle associazioni, ai sindacati, agli organi governativi. Fare sentire la propria voce è infatti a mio avviso l’unico modo per sensibilizzare l’opinione pubblica e far sì che le cose possano cambiare.
Non solo per noi, ma per i nostri figli.
E poi non avere paura a girare pagina: reinventarsi la vita puo’ sembrare un salto nel buio, ma una volta che si comincia, si apprezzano anche i lati positivi della nuova avventura, del guardare avanti anziche’ indietro!

M&L-  Grazie Stefania, in bocca al lupo! E grazie per la tua testimonianza di mamma che si è re-inventata e che ha anche guadagnato in qualità di vita.

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